NUVOLERA, 24 giugno
2005 - Non ingannino i festeggiamenti lunghi una vita per le vie di
Nuvolera, Rojo Fuego ha chiuso la stagione conquistando un
prestigiosissimo terzo posto, un podio importante che garantisce la
partecipazione, la prima, alla Pentacup, in sintesi la miglior
stagione per la squadra rossonera, ma c'è dell'amaro...
Se all'inizio
dell'anno gli avessero chiesto di firmare per un terzo posto
probabilmente avrebbe firmato, ma se andiamo ad analizzare
l'andamento della stagione rossonera, a Marco viene voglia di
mangiarsi le mani e pure i piedi. Perchè? Il secondo round robin
spiega tutto. Come può una squadra essere protagonista in due round
(I e III) e crollare miseramente in uno? Marco dacci tu la risposta,
qui in redazione ci siamo posti questo interrogativo e tutte le
conseguenze del caso. Ma sono pazzi o cosa? Come sarebbe stata la
lotta al titolo in tre?
Andiamo con ordine.
Rojo Fuego viene ben plasmata all'inizio dell'anno, raccogliendo
subito i favori del pronostico come terza/quarta forza del
Campionato, dietro al solito duo virlese. Interessante in porta, se
la rotazione Marchegiani-Castellazzi funziona. In difesa
impenetrabile e cattiva con gente del calibro di Grosso, Cannavaro e
Di Biagio. A metà campo sulla carta è imponente: Albertini, Almeyda,
Cesar e Jorgensen ben supportati da D'Aversa, Palombo, Gasbarroni e
Filippini. Infine l'attacco superassortito: Bojinov, Flachi,
Caracciolo, Riganò, Maccarone. Insomma, una squadra coi fiocchi. E
infatti parte alla grande, chiudendo il primo round robin al secondo
posto. Inizia il secondo round robin ed iniziano le crepe:
infortunio di Jorgensen e Cesar, l'addio di Almeyda e Albertini e la
lunga squalifica di D'Aversa. Insomma, un disastro preconfezionato.
Un buon manager non bada alle ciance, mette mano al portafoglio, fa
qualche scelta sofferta e si prende degli onesti pedatori che
chiudano le falle. Questo, ripeto, lo fa un buon manager, ma
parliamo di Mr. 3 retrocessioni Filippini. E così c'è il crollo, 9
punti in 11 gare e classifica ampiamente deficitaria. Allora dai e
dai, lo staff rossonero si sveglia e tira fuori dal cilindro
l'acquisto di Conti e Migliaccio, onesti operai proletari. Ed
infatti i risultati tornano immediatamente, rientrano gli
infortunati e gli squalificati e Rojo Fuego si mette a pedalare mica
male, 15 risultati utili consecutivi, 25 punti in 11 gare e podio
virtualmente conquistato con largo anticipo. Quindi, contento del
risultato raggiunto, si adagia chiudendo con 4 sconfitte in sei
gare. Insomma, peggio delle montagne russe.
La domande
spontanea è: ma se si fossero svegliati prima a Nuvolera, cosa
sarebbe successo?
Chi ha convinto:
Castellazzi, sebbene spesso bucato, ha meritato spesso la porta
meglio di un appannato Marchegiani. Grosso, Di Biagio, Cannavaro e
Franceschini, non solo difensori, ma anche grandi realizzatori, una
vero motore per i rossoneri. Filippini, Palombo e D'Aversa, non si
sono fatti pregare, specie gli ultimi due, sempre ottime pagelle.
Fondamentali. Bojinov, Flachi, Caracciolo e Maccarone. Flachi e
Caracciolo forse anche oltre le aspettative, meglio così. Bojinov ha
pagato l'infortunio, diversamente sarebbe stato ancora più prezioso.
Maccarone, da inutile che è stato per mezza stagione si è
trasformato in match winner più volte. Bravo.
Chi ha deluso:
Dainelli e Marchegiani, meno decisivi di quanto ci aspettasse. Cesar,
Almeyda, Albertini e Jorgensen. Cesar e Jorgensen malmenati dagli
infortuni, mai decisivi, se non in qualche spezzone. Almeyda e
Albertini fuggiaschi traditori. Riganò, un altro che ha pagato il
lungo e sfortunato infortunio. Da rivedere.
In conclusione,
complimenti comunque a Marco, protagonista nel bene e nel male di
questa appassionante e coinvolgente stagione, specie per la sua cavalcata
nel III round, che sia la volta buona che si tolga di dosso
l'etichetta di Mr. Retrocessione, diventando un abbonato alla zona
Pentacup, o almeno di stagioni non da pianto.