1 Luglio 2005, 0.08
Una squadra capace di reinventarsi lungo l'arco della stagione, capace di trasformarsi da incompiuta a bella realtà, ma c'è anche l'amaro per quel piccolo passettino verso la storia mancato.
 CAMPIONATO
 RAGGI XXX
 STATISTICHE 2005
 COPPA
 ASTRAKAN
 
CO' DE SERA, 1 luglio - Via Santuario, poco dopo Natale, musi lunghi in sede di Astrakan, la squadra non gira come si deve, la classifica è la stessa dell'anno prima, poco generosa. Via Santuario, ore 17.00 del 29 maggio, il triplice fischio chiude la stagione agonistica, un esercito di maglie arancioni si riversa in campo, Astrakan ha vinto l'ultima importante sfida e ha conquistato la qualificazione alla Pentacup 2006. Una stagione più che soddisfacente, ma c'è qualcosa che stona...

La stagione di Astrakan comincia discretamente, Alessandro allestisce una buona compagine, Buffon tra i pali, come garanzia, difesa interessante, sebbene non stratosferica, con Zauri, Pisano, Panucci e Bertotto. Centrocampo davvero stimolante con in primis Kakà, la rivelazione della passata stagione, Bachini, Gautieri, Brighi, Corini e Maresca. Attacco minaccioso con Bazzani come prima punta, supportato da Tare, Konan, Di Canio, Muzzi e Locatelli. Si, insomma, un undici piuttosto buono, certo non irresistibile, ma da non sottovalutare. Il problema delle riserve viene subito a galla quando iniziano a rompersi i primi giocatori, altri tradiscono per svariati motivi, alcuni non rendono per quello che dovrebbero valere, altri proprio se ne vanno (Bachini e Gautieri). Discorso a parte per Bazzani, che dovrebbe supportare il peso dell'intero attacco, ma che è praticamente inesistente. Per Astrakan l'inizio è sconfortante, sebbene mai a rischio retrocessione, non riesce a trovare una collocazione più consona che non sia la mezza via tra zona al sole e la zona infernale. Insomma, una noia pazzesca, senza stimoli. Che fare? La difesa fa acqua da tutte le parti, l'arrivo di un giovane promettente quale Portanova sembra rischiarare il cielo kazako, ma il valzer di altri difensori non serve, tra infortuni e delusioni, Astrakan non decolla. Serve qualcosa di più. Il mercato di riparazione invernale è l'occasione giusta per risollevare le sorti, arrivano Delvecchio e Rossini per l'attacco, non certo dei bomber, ma forse qualcosa possono dare in più. Cozza e Valdes a metà campo sono invece dei colpacci pazzeschi, se Cozza non si rompesse subito. Insomma, tanto dinamismo sul mercato non frutta, una scena già vista l'anno prima, tra cessioni e scambi, Astrakan non brilla. Cosa fare? Restare nell'anonimato e tentare qualcosa di sensazionale? Ale ci ha abituati bene, Rui Costa Falcone per Nesta, Cruz per Salgado. E' il leader indiscusso del mercato di riparazione, ma quest'anno sembra sbiadito... finchè arrivano due colpi di coda imprevisti: prima l'arrivo di Makinwa, ottimo davvero, poi lo scambio impossibile Di Michele-Locatelli. Benfico ormai retrocesso tira i remi in barca, regalando il bomber friulano in cambio del trequartista inutile, specie al fantacalcio. E' la chiave di volta per Astrakan. L'arrivo di Di Michele e Makinwa trasforma Astrakan, che esibisce una media da zona Pentacup. 19 punti in 11 gare nel III round robin, 10 punti in 5 gare nella Volata finale. Incredibile. Astrakan mangia punti a tutti e risale la china, centrando in pieno la qualificazione alla Pentacup, un risultato storico per i kazaki, sfuggita l'anno scorso per l'exploit di K Nola.

Mentre in campionato Astrakan ha trovato la luce solo nella seconda parte della stagione, in Coppa gli arancioni sono stati protagonisti dall'inizio alla fine, trovando la forma e il piglio giusto per affrontare adeguatamente la competizione. Specie nella doppia sfida con Miei Prodi e K Nola la freschezza di alcuni solisti ha permesso agli orange di passare il turno, centrando la finale, risultato storico. Proprio in finale però è mancato quel qualcosa in più che avrebbe garantito il successo, Astrakan non ha deluso, portando sempre il gol a casa, questa sua consuetudine, ma l'avversario ha saputo fare di meglio. E così ad un passo dalla storia si ferma il gioco. E' un po' lo spaccato della stagione, i kazaki sono sempre stati una squadra difficile da affrontare, portando sempre a casa la loro onesta prestazione condita dal gol, ma mancando di quel pizzico di cattiveria in più; per l'avversario l'unico modo per poterli battere è fare una grande prova con più di un gol, vincere 1-0 coi kazaki è impossibile.

Chi ha convinto: Buffon, una saracinesca, garanzia. Bertotto e Panucci, i due vecchi sono stati colonne importanti per la rinascita kazaka, specie il primo, una certezza. Portanova, per quel poco che ha fatto vedere, è un bomber, incostante ma efficiace. Pisano, è uscito alla distanza e ha dimostrato tutto il suo valore. Coppola, non irresistibile, ma il suo compito l'ha sempre fatto egregiamente. Valdes, arrivato tardi, ma col suo arrivo Astrakan si è trasformato. Rivelazione. Kakà, si temeva un calo, ma così non è stato, almeno a prestazioni, Magari qualche gol in più faceva comodo. Makinwa e Di Michele, preziosissimi, fari nella notte kazaka. Il primo una saetta, il secondo il figliol prodigo.

Chi ha deluso: Zauri e Cannavaro P., il primo spesso infortunato, il secondo violento e incostante. Brighi e Corini. Il primo avrebbe dovuto spaccare il mondo, ma si è perso. Il secondo non ha deluso quanto a costanza, ma quanto a rigori sbagliati, quello si, spesso una zavorra. Locatelli, Maresca, Delvecchio e Bazzani, semplicemente inesistenti.

In conclusione, complimenti ad Ale e alle sue tamate, senza quelle staremmo qui a parlare di una stagione interlocutoria di speranze mai sfogate, invece Astrakan ha trovato un posto al sole. Trampolino?

 

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