CO' DE SERA, 1 luglio -
Via Santuario, poco dopo Natale, musi lunghi in sede di Astrakan, la
squadra non gira come si deve, la classifica è la stessa dell'anno
prima, poco generosa. Via Santuario, ore 17.00 del 29 maggio, il
triplice fischio chiude la stagione agonistica, un esercito di
maglie arancioni si riversa in campo, Astrakan ha vinto l'ultima
importante sfida e ha conquistato la qualificazione alla Pentacup
2006. Una stagione più che soddisfacente, ma c'è qualcosa che
stona...
La stagione di
Astrakan comincia discretamente, Alessandro allestisce una buona
compagine, Buffon tra i pali, come garanzia, difesa interessante,
sebbene non stratosferica, con Zauri, Pisano, Panucci e Bertotto.
Centrocampo davvero stimolante con in primis Kakà, la rivelazione
della passata stagione, Bachini, Gautieri, Brighi, Corini e Maresca.
Attacco minaccioso con Bazzani come prima punta, supportato da Tare,
Konan, Di Canio, Muzzi e Locatelli. Si, insomma, un undici piuttosto
buono, certo non irresistibile, ma da non sottovalutare. Il problema
delle riserve viene subito a galla quando iniziano a rompersi i
primi giocatori, altri tradiscono per svariati motivi, alcuni non
rendono per quello che dovrebbero valere, altri proprio se ne vanno
(Bachini e Gautieri). Discorso a parte per Bazzani, che dovrebbe
supportare il peso dell'intero attacco, ma che è praticamente
inesistente. Per Astrakan l'inizio è sconfortante, sebbene mai a
rischio retrocessione, non riesce a trovare una collocazione più
consona che non sia la mezza via tra zona al sole e la zona infernale.
Insomma, una noia pazzesca, senza stimoli. Che fare? La difesa fa
acqua da tutte le parti, l'arrivo di un giovane promettente quale Portanova sembra rischiarare il cielo kazako, ma il valzer di altri
difensori non serve, tra infortuni e delusioni, Astrakan non
decolla. Serve qualcosa di più. Il mercato di riparazione invernale
è l'occasione giusta per risollevare le sorti, arrivano Delvecchio e
Rossini per l'attacco, non certo dei bomber, ma forse qualcosa
possono dare in più. Cozza e Valdes a metà campo sono invece dei
colpacci pazzeschi, se Cozza non si rompesse subito. Insomma, tanto
dinamismo sul mercato non frutta, una scena già vista l'anno prima,
tra cessioni e scambi, Astrakan non brilla. Cosa fare? Restare
nell'anonimato e tentare qualcosa di sensazionale? Ale ci ha
abituati bene, Rui Costa Falcone per Nesta, Cruz per Salgado. E' il
leader indiscusso del mercato di riparazione, ma quest'anno sembra
sbiadito... finchè arrivano due colpi di coda imprevisti: prima
l'arrivo di Makinwa, ottimo davvero, poi lo scambio impossibile Di
Michele-Locatelli. Benfico ormai retrocesso tira i remi in barca,
regalando il bomber friulano in cambio del trequartista inutile,
specie al fantacalcio. E' la chiave di volta per Astrakan. L'arrivo
di Di Michele e Makinwa trasforma Astrakan, che esibisce una media da
zona Pentacup. 19 punti in 11 gare nel III round robin, 10 punti in
5 gare nella Volata finale. Incredibile. Astrakan mangia punti a
tutti e risale la china, centrando in pieno la qualificazione alla
Pentacup, un risultato storico per i kazaki, sfuggita l'anno scorso
per l'exploit di K Nola.
Mentre in
campionato Astrakan ha trovato la luce solo nella seconda parte
della stagione, in Coppa gli arancioni sono stati protagonisti
dall'inizio alla fine, trovando la forma e il piglio giusto per
affrontare adeguatamente la competizione. Specie nella doppia sfida
con Miei Prodi e K Nola la
freschezza di alcuni solisti ha permesso agli orange di passare il
turno, centrando la finale, risultato storico. Proprio in finale
però è mancato quel qualcosa in più che avrebbe garantito il
successo, Astrakan non ha deluso, portando sempre il gol a casa,
questa sua consuetudine, ma l'avversario ha saputo fare di meglio. E
così ad un passo dalla storia si ferma il gioco. E' un po' lo
spaccato della stagione, i kazaki sono sempre stati una squadra
difficile da affrontare, portando sempre a casa la loro onesta
prestazione condita dal gol, ma mancando di quel pizzico di
cattiveria in più; per l'avversario l'unico modo per poterli battere
è fare una grande prova con più di un gol, vincere 1-0 coi kazaki è
impossibile.
Chi ha convinto:
Buffon, una saracinesca, garanzia. Bertotto e Panucci, i due vecchi
sono stati colonne importanti per la rinascita kazaka, specie il
primo, una certezza. Portanova, per quel poco che ha fatto vedere, è
un bomber, incostante ma efficiace. Pisano, è uscito alla distanza e
ha dimostrato tutto il suo valore. Coppola, non irresistibile, ma il
suo compito l'ha sempre fatto egregiamente. Valdes, arrivato tardi,
ma col suo arrivo Astrakan si è trasformato. Rivelazione. Kakà, si
temeva un calo, ma così non è stato, almeno a prestazioni, Magari
qualche gol in più faceva comodo. Makinwa e Di Michele,
preziosissimi, fari nella notte kazaka. Il primo una saetta, il
secondo il figliol prodigo.
Chi ha deluso:
Zauri e Cannavaro P., il primo spesso infortunato, il secondo
violento e incostante. Brighi e Corini. Il primo avrebbe dovuto
spaccare il mondo, ma si è perso. Il secondo non ha deluso quanto a
costanza, ma quanto a rigori sbagliati, quello si, spesso una
zavorra. Locatelli, Maresca, Delvecchio e Bazzani, semplicemente
inesistenti.
In conclusione,
complimenti ad Ale e alle sue tamate, senza quelle staremmo
qui a parlare di una stagione interlocutoria di speranze mai
sfogate, invece Astrakan ha trovato un posto al sole. Trampolino?