13 Luglio 2005, 0.31
Decifriamo l'annata di Miei Prodi, per certi versi da dimenticare, per altri da ricordare. Cominciata con tante speranze, chiusa con qualche soddisfazione, ma nel mezzo tanta, troppa sofferenza.
 CAMPIONATO
 RAGGI XXX
 STATISTICHE 2005
 COPPA
 MIEI PRODI 2005
 
BOTTICINO, 13 luglio - In via Michelangelo a Botticino urlano di gioia, c'è chi addirittura si strappa i capelli. I motivi: la conquista del primo trofeo della storia per Miei Prodi, il Sei Nazioni, la finale di Pentacup persa d'un soffio, oppure la fine dell'incubo per una stagione maledetta? C'è chi giura che sia l'ultima, ma anche la prima merita giusto spazio, inoltre la soddisfazione di essere arrivati fino in fondo nella difficile Pentacup è sempre da considerare. E' chiaro che l'annata 2005 per Miei Prodi non è stata certo densa di soddisfazioni, ma a ben vedere, non è da sottovalutare.

Partiamo come consueto dall'asta. Tutto è cominciato in una calda sera di settembre, Giorgio è sempre considerato uno dei potenziali vincitori, uno che all'asta vende cara la pelle. Alla scuderia rossa arriva gente di un certo livello, con qualità, tutti giurano che è l'anno di Miei Prodi. In porta arriva la garanzia Pagliuca, con un rincalzo di rispetto come Manninger. In difesa Couto, Parisi e Stovini formano una barriera solida che può fare anche del male in chiave offensiva. A centrocampo tante scommesse, un esercito di solidi operai capaci di grandi cose: Taddei, Vigiani, Mauri, Semioli e Abeijon. Insomma, niente male. Infine l'attacco, Trezeguet punta di diamante, supportato da Cossato, il pupillo del patron rosso, Esposito, la grande scommessa di Giorgio e Jon Dahl Tomasson, la speranza.

In campionato l'inizio era stato promettente, dopo il I round chiuso al terzo posto pari merito con i Blackburn, Miei Prodi dava l'idea di esserci. Vigiani, Trezeguet, Mauri, Abeijon, Couto ed Esposito trascinavano i rossi a gonfie vele, ma poi qualcosa si è rotto, per la precisione qualcuno, più di uno: Trezeguet e Cossato, che lasciavano solo Esposito a supportare il peso dell'attacco, con una manciata di scommesse e promesse a tenere alta la bandiera. Poteva bastare? Davvero difficile. A centrocampo, Semioli, Mauri e Abeijon non erano abbastanza costanti, ma soprattutto pesava l'assenza di Taddei, un grave handicap per una società che aveva scommesso molto su di lui. La difesa scricchiolava fortemente, Stovini non pareva più lo stesso dell'anno prima, Couto segnava, ma poi faceva danni fino a scomparire tra squalifiche ed infortuni, l'unico a reggere era Parisi ma non poteva certo bastare. Nonostante l'arrivo di Sullo, Pellissier e più tardi di Torrisi e Lucarelli, Miei Prodi sprofondava, il II e il III round relegavano i rossi in bassa classifica, 24 punti in 22 gare. Nella volata finale dopo un pizzico di brio e di speranza, le ulteriori sconfitte successive facevano precipitare, chiudendo con 6 punti in 5 gare. Insomma, una campionato davvero indigesto per i rossi.

Non è andata meglio in Coppa, abbandonata senza combattere ai quarti di finale. Dopo un discreto rendimento negli ottavi, contro Astrakan i rossi hanno inspiegabilmente lasciato libera la strada, rinunciando praticamente alla possibile qualificazione alle semifinali. Anonimi.

Perchè un risultato così magro? Gli infortuni di Trezeguet e Cossato sono una ragione, l'assenza e il ritorno peraltro impalpabile di Taddei un altro ancora, l'incredibile mancanza di costanza dei difensori e dei centrocampisti un altro ancora. Qquello che nessuno vuole credere è che la prima causa di questa difficile stagione è il manager stesso, Giorgio, primo artefice delle sue fortune e sfortune. Purtroppo per avere risultati al fantacalcio ci vuole una dose considerevole di fortuna, più una certa costanza di interesse e impegno. E' logico immaginare che i troppi impegni presidenziali, tesi in primis, abbiano inevitabilmente succhiato energie preziose al manager botticinese. Quindi, messe assieme tutte queste cause, è comprensibile come sia impossibile fare tanti passi in un campionato agguerrito come il nostro. Eppure non è finita qui, perchè dopo la delusione, ecco quello che permette ai nostri occhi di rivalutare la stagione dei botticinesi. Pentacup e Sei Nazioni.

La Pentacup. In questa competizione Miei Prodi ha saputo arrivare fino in fondo, fino alla finale. Prepotenza e determinazione sono state le armi rosse, e anche una certa fortuna nell'approfittare delle giornate giuste. Purtroppo sul più bello l'handicap di una stagione è emerso pesantemente, mandando in fumo i sogni di gloria. La soddisfazione per una finale conquistata è comunque grande.

Il Sei Nazioni. Il team di Botticino alleato con K Nola ha dato vita alla Maddalena, un nome divenuto leggendario, grazie alle sue quattro vittorie consecutive nel girone di qualificazione. Vittorie che hanno permesso ai montanari di qualificarsi con 2 turni d'anticipo alla finale, vittorie che hanno fatto acquisire la fama di Maddalena Schiaccia Sassi. A onor del vero, non è proprio così, considerando che gli stessi uomini in Campionato non hanno brillato pari modo, il Sei Nazioni è stato un sipario unico e forse irripetibile per quei 20/25 giocatori che si sono alternati, capaci di catalizzare tutte le loro forze, tutte le loro energie, in quelle 5-6 partite. Nessuno vuole togliere nulla ai vincitori, la vittoria è pulita, considerando il fatto che hanno controllato la competizione dall'inizio, ma a ben vedere, considerando anche le ultime sfide, Maddalena non ha impressionato molto. Infatti, quando Miei Prodi e K Nola risalivano la china in Campionato, la loro rappresentativa nazionale ha dato segni di stanchezza. In finale, Maddalena ha ancora una volta vivacchiato, portando a casa il trofeo per differenza punti. Treponti non è sembrata irresistibile e Maddalena tanto meno capace di schiacciarla. Ad ogni modo la vittoria è giunta, meritata o meno, ed per questo motivo d'orgoglio e di riscatto.

Chi ha convinto: Pagliuca, praticamente il migliore di Miei Prodi, un'autentica saracinesca. Parisi e Lucarelli, più che le loro doti di difensori, in un certo senso scarsine, ha giovato la loro vena offensiva. Mauri, Semioli, Sullo e Dalla Bona. Non irresistibili, ma utili con le loro giocate, i gol e gli assist. Esposito, dopo Pagliuca, l'autentico trascinatore. Pellissier, arrivato in corsa, ha dato il suo contributo.

Chi ha deluso: Couto, Loria e Stovini, non hanno risposto alle aspettative. Taddei, aspettato a lungo come salvatore della patria, una volta tornato è stato davvero una palla al piede. Cossato, per costringere Giorgio a venderlo deve aver fatto proprio pena. Tomasson e Konan. Mai realmente utili, specie il primo spesso infortunato. Infine, David Trezeguet, il traditore, dopo le prime partite si è dileguato. Vigliacco.

In conclusione, a Botticino non sorridono certo, ma la vittoria del Sei Nazioni non è malaccio. Quello che è certo che Giorgio non concederà più un lusso così ai suoi avversari. La tesi nella vita si fa solo una volta... più o meno.

 

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