TREPONTI, 20 luglio - Se a Gabri avessero offerto un contratto che
prevedeva una stagione così appassionante, ricca di soddisfazioni,
vissuta da protagonista, avrebbe firmato ad occhi chiusi. Il manager
trepontino mai si erano spinto così in là durante il corso di un
campionato. Ai tempi dei Drughi il 4° posto poteva suonare come un
successo, ma se si considera che la Lega allora era composta da sei
squadra, di cui due guidate dai due Marchi... insomma, questa
stagione è quella da considerare come l'apogeo della gloria di
Gabri. E' stato lui stesso ad ammetterlo, specie prima di Natale
quando era addirittura terzo. Eh, si, perchè Fight Club quest'anno
ha impressionato... per tanti motivi. Ma non è stata solo festa,
Gabri e i suoi hanno impressionato anche nel male.
Partiamo dall'asta. La scelta dei portieri è da rodato fantamanager,
Lupatelli e Cejas, due scomesse. In difesa, poca abbondanza, ma
qualità e sostanza, Cafu e J. Zanetti con De Rosa e Martinez. Non
male. A centrocampo assortimento per tutti i gusti con Junior,
Davids, Gattuso, Veron, Mancini, Seedorf e Pecchia. Diamine, dove
vuole arrivare? Non contento, reparto avanzato con Gilardino,
Vucinic, Chiesa, Fava e Amoruso. Una squadra non male, ben assortita
nel mezzo, con la coperta corta, tutta da scoprire.
L'inizio non è straordinario, medio rendimento, Gilardino a secco,
Vucinic altrettanto, buona resa a centrocampo, ma nientre sfaceli,
Fight Club non decolla. A cavallo tra primo round e secondo round
capita qualcosa di inspiegabile. I bianconeri iniziano ad infilare
una serie importante di vittorie e risultati utili, e per di più
alcuni giocatori si trasformano, De Rosa su tutti. A Treponti
sognano, a Natale si regalano il podio! Gabri gongola, quasi non ci
crede... eh ce credo! Chi si aspetta una squadra così esplosiva,
capace di trasformarsi? Beh, merito di chi la butta dentro
certamente, ma merito anche di chi non lo fa per gli avversari,
insomma, quando si dice: l'avversario giusto al momento giusto. Ma
proprio quando Fight Club comincia a sognare in grande, ecco il
crollo, 1 punto in 8 gare e i bianconeri si vedono sorpassare da
tutti. Faticano a riprendersi, e Gabri moralmente risente di questo
collasso, cominciando a trascurare la squadra. Da Pasqua alla fine
dell'anno Gabri mette mano una sola volta alla formazione per
invertire il portiere infortunato. Ma è in quel mentre che la
fortuna prende il posto alla guida della squadra. Gabri non può, ma
la sorte si, quindi, dapprima trasforma Vucinic in un bomber,
risveglia dal torpore Gilardino, ridandogli la costanza del gol. Il
centrocampo si rivela affidabile come non mai, presente e costante
nelle prestazioni. Il medesimo 11 per 3 mesi riesce a onorare il
campionato. Roba da non credere. Se all'inizio la cosa di per sè non
è scandalosa, sul finire di stagione lo diventa platealmente, quando
infila cinque vittorie consecutive, che fanno addirittura sognare la
Pentacup. Ma come si sa, la fortuna ciò che ti rende, si riprende...
e così sul più bello, all'ultimo turno, buco e 7° posto.
A vedere il risultato dei vari round si può
collocare Fight Club tra le squadre più costanti, senza mai troppi
alti e bassi. Ma come abbiamo appena visto, è una falsa costanza, la
stagione dei bianconeri è stata caratterizzata infatti da due acuti,
prima di Natale e sul finire di stagione, dove una serie importante
di vittorie ha permesso agli uomini di Gabri di volare. Una serie di
vittorie belle, prestigiose, ma viziate da miracoli non terreni. Il
resto dell'anno ha visto Fight Club arrancare, tra 0-0 e sconfitte
senza attenuanti. Un film già visto.
Chi ha convinto: Gilardino e Vuciniç. Non brillanti all'inizio, ma
poi esplosibi, diventando la coppia d'oro del campionato, per la
gioia di Gabri. Seedorf, Gattuso e Veron. Un trio forte e
affidabile. Cafu, Martinez e Zanetti, un'altro trio solido e
convincente.
Chi ha deluso: Fava e Amoruso. Il primo semplicemente inesistente,
che involuzione. Il secondo spesso acciaccato. Montero, Davids e
Pecchia. Non pervenuti. Junior, scomparso presto.
In conclusione,
complimenti a Gabri per aver avuto l'intelligenza e la bravura di
volente o nolente azzeccare 11 giocatori affidabili sotto tutti i
punti di vista. Un 11 perfetto. Logicamente un biasimo per aver
trascurato la squadra in una stagione che stava dando soddisfazioni,
era il caso di approfittarne.